Iran, muore dopo le torture del regime: aveva studiato a Bologna
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Iran, ragazzo muore dopo le torture del regime: aveva studiato a Bologna

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Uno studente è morto in Iran a causa delle torture a cui è stato sottoposto dal regime quando è stato arrestato.

Un giovane è deceduto in Iran a causa delle torture e dei pestaggi ricevuti dal regime. Secondo quanto appreso, il giovane aveva anche precedentemente studiato nella città di Bologna. Il giovane, dopo essere stato pestato selvaggiamente, è stato rimandato a casa sua. Dopo 20 giorni di coma, il giovane è deceduto.

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La vicenda

Era stato arrestato, pestato a sangue e poi rilasciato, proprio per paura che potesse morire in cella. La vittima della vicenda è Mehdi Zare Ashkzari. La notizia ha fatto scalpore anche in Italia in quanto il giovane aveva studiato nella facoltà di Medicina di Bologna, circa due anni fa. Terminati gli studi aveva deciso di rientrare in patria, dove ha incontrato il suo triste destino.

Il quotidiano Amnesty International Italia ha reso nota la sconcertante notizia, l’ennesima morte per mano del regime iraniano. Anche Patrick Zaki, uno studente egiziano rimasto in prigione per due anni con l’accusa di reati d’opinione, alla luce della morte del giovane, ha rimarcato il fatto che l’Università di Bologna ha “ora una nuova vittima della libertà di espressione”.

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I messaggi di cordoglio

Infine Zaki commenta: “Purtroppo, questa volta, era troppo tardi per salvarlo“. I messaggi in ricordo del giovane sono molteplici. La scomparsa dell’ex studente di medicina ha sconvolto, oltre alla comunità iraniana, anche quella italiana, in particolare a Bologna, dove gli studenti lo ricordano.

Mehdi Zare Ashkzari “era uno di noi”, spiega durante un’intervista all’Ansa Sanam Naderi, una studentessa iraniana che vive a Bologna. E prosegue spiegando: “Era conosciutissimo, molti studenti sono stati da lui, hanno mangiato la pizza dove lavorava. Era sempre sorridente”.

Due anni fa il giovane era tornato in Iran per stare accanto alla madre, che soffriva di problemi di salute. Anche il suo amico Ali Jenaban lo ricorda: “L’ultima volta che l’ho sentito era felice, mi diceva ‘con la famiglia andiamo avanti’. Anche lui partecipava alle manifestazioni per la libertà, per trovare quello che vogliamo tutti noi”.

“Abbiamo avuto la notizia della morte solo ieri sera perché i familiari non avevano detto niente per non avere problemi nel fare il funerale, altrimenti il regime non rilascia il corpo”, dice Sanam. Un parente del giovane ha dichiarato: “Domani ti seppelliranno accanto alla tomba di tua madre è li ritroverai la pace, ma mi raccomando non farle vedere i segni delle botte e dei lividi e il tuo naso rotto”.

Anche gli studenti ed i professori dell’ateneo di Bologna sono sconvolti dall’accaduto. Il messaggio di cordoglio: “Accogliamo la notizia con sgomento, dolore, indignazione ed esprimiamo il nostro cordoglio alla famiglia e la nostra solidarietà a tutte le iraniane e a tutti gli iraniani che, anche nelle Università, stanno lottando e soffrendo per i valori che ci sono più cari”, sono queste le parole del rettore di Bologna, Giovanni Molari.

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ultimo aggiornamento: 2 Gennaio 2023 14:23

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